Giada

Giada

🔍La 𝐠𝐢𝐚𝐝𝐚 è una pietra dura appartenente ai silicati; prevalentemente di colorazione verde, ma presente anche in numerosi altri colori. Non è propriamente un minerale, bensì un aggregato di giadeite e nefrite, due minerali distribuiti all’interno della pietra creando strutture con granuli fini e fibre intrecciate.

𝐅𝐨𝐫𝐦𝐮𝐥𝐚 𝐜𝐡𝐢𝐦𝐢𝐜𝐚: 𝐍𝐚𝐀𝐥𝐒𝐢𝟐𝐎𝟔 (Giadeite) - 𝐂𝐚𝟐(𝐌𝐠,𝐅𝐞)𝟓[𝐒𝐢𝟒𝐎𝟏𝟏]𝟐(𝐎𝐇)𝟐 (Nefrite)
𝐃𝐮𝐫𝐞𝐳𝐳𝐚 (𝐌𝐨𝐡𝐬): 6.5 - 7
𝐒𝐢𝐬𝐭𝐞𝐦𝐚 𝐂𝐫𝐢𝐬𝐭𝐚𝐥𝐥𝐢𝐧𝐨: Monoclino
𝐋𝐮𝐜𝐞𝐧𝐭𝐞𝐳𝐳𝐚: Opaca, Translucente

⏳ Il nome giada deriva dallo spagnolo “𝘱𝘪𝘦𝘥𝘳𝘢 𝘥𝘦 𝘪𝘫𝘢𝘥𝘢”, che significa “𝘱𝘪𝘦𝘵𝘳𝘢 𝘥𝘦𝘪 𝘧𝘪𝘢𝘯𝘤𝘩𝘪”, per l’antichissimo utilizzo nella prevenzione e cura dei dolori ai reni.
Le prime estrazioni in Cina, in cui era ritenuta “gemma imperiale”, risalgono al 6000 A.C. volte alla realizzazione di gioielli, oggetti decorativi per interni ed ornamenti tombali.

Anche nella cultura maori la giada, chiamata "𝘱𝘰𝘶𝘯𝘢𝘮𝘶", è un materiale sacro e prezioso. Associato a concetti come forza e longevità, il 𝘱𝘰𝘶𝘯𝘢𝘮𝘶 ha un profondo significato spirituale e viene utilizzato per creare oggetti culturali e tradizionali come amuleti ed armi rappresentando parte integrante di riti, miti e leggende maori.

🧪 La giada si sviluppa in masse compatte e fibrose, con una lucentezza vitrea.
La giadeite (𝐍𝐚𝐀𝐥𝐒𝐢𝟐𝐎𝟔) si forma principalmente in rocce ignee attraverso processi di subduzione. Durante il metamorfismo di rocce ricche in sodio e alluminio, le alte pressioni e temperature favoriscono la cristallizzazione.

La formazione della nefrite (𝐂𝐚𝟐(𝐌𝐠,𝐅𝐞)𝟓[𝐒𝐢𝟒𝐎𝟏𝟏]𝟐(𝐎𝐇)𝟐) avviene attraverso il metamorfismo di rocce ricche di minerali di calcio e magnesio, sotto condizioni specifiche di pressione e temperatura. Durante la formazione, può incorporare tracce di altri elementi come ferro, cromo e manganese che ne influenzano il colore.
Il verde distintivo della giada è spesso attribuito alla presenza di cromo e ferro nella struttura cristallina.

🌎 I principali giacimenti di giada si trovano in Cina, Myanmar, Russia e Canada.
Torna al blog

Lascia un commento

Si prega di notare che, prima di essere pubblicati, i commenti devono essere approvati.